giovedì 27 dicembre 2012

DON CORSI E LA CHIESA: DOV'E' IL VERO MATERIALISMO?














Sono convinto che il vero materialismo sia quello di chi nasconde e contorce la realtà con l'ipocrisia. 

Siamo alle solite, ogni tanto qualche prete esce allo scoperto e parla senza peli sullo stomaco. E tutti a gridare, giustamente,  allo scandalo, trascinati dai giornali che pompano la notizia. Non sarebbe la prima volta se qualche Vescovo più illuminato o il Papa stesso, con discutibile credibilità, riuscisse a gettare acqua sul fuoco. Difficilmente, però, emergerà il fatto che si tratta dell'ennesima punta dell'iceberg. Purtroppo, infatti, tutta la chiesa o quasi condivide questa impostazione di pensiero, esprimendola in maniera più o meno intensa o velata. Da un punto di vista biblico l'inferiorità della donna trova riscontro anche nelle scritture, basti pensare ai passi del Levitico in cui viene definita "immonda" nel periodo del ciclo. Qualcuno potrebbe obiettare che da qui ad affermare che il femminicidio è colpa delle donne stesse c'è molta strada e che Don Corsi ha esagerato.

domenica 23 dicembre 2012

DIRITTO ALLO STUDIO, ALLARMANTE EREDITA' DAL GOVERNO MONTI

La scorsa settimana è saltato all'ultimo minuto il question time IDV sul diritto allo studio, per via dell'approvazione della legge di stabilità. Pochi giorni dopo, l'annuncio di Napolitano e il fischio finale su questo governo Monti. Nulla di fatto, quindi, ma non è certo la mancanza della risposta a questa interrogazione nello specifico a preoccupare, quanto un anno di politiche recessive e dannose per la cultura, segnate da un assunto ideologico che prescinde anche dallo stato d'emergenza, cioè che l'Università,  la Scuola e la Ricerca devono muoversi in quel recinto economico finanziario tracciato da Tremonti e rivolgersi semmai a finanziamenti esterni.

Che il sistema della formazione in Italia debba scardinare le proprie caste è un dato di fatto; tuttavia, la miopia programmatica e la scarsità di risorse favoriscono proprio quei "baroni" che la Gelmini voleva combattere, a fronte di un investimento pubblico che ci vede ultimi in tutte le classifiche internazionali.  Profumo ci ha regalato, solo per citare qualche esempio,  la contestatissima proroga dei rettori, una bando PRIN mai così blindato per i piccoli gruppi di ricerca, un sistema di valutazione sgangherato che produrrà una marea di ricorsi, un decreto sul diritto allo studio che interromperà di fatto il percorso di tantissimi studenti che quest'anno resteranno in 3 su 10 senza borsa di studio pur avendone diritto e in molti casi non avranno nemmeno il posto alloggio. A tal proposito è utile pubblicare il testo del Question Time, in modo da fotografare la situazione e ricavare un promemoria per le elezioni di febbraio.


Al ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, al ministro dell'Economia e delle Finanze:

premesso che:

la copertura delle borse di studio nell'anno accademico 2010/11 è stata del 74% degli studenti aventi aventi diritto (a fronte dell'84% del 2009/10) con un fondo statale di 96 milioni di euro ed una cifra che ha raggiunto complessivamente i 430 milioni considerando tasse regionali per il diritto allo studio e ulteriori contributi regionale (fonte: MIUR)

uno studente su quattro, in tutto 45.000 ragazzi, pertanto, è rimasto idoneo non beneficiario, situazione che ci vede come caso unico nei Paesi OCSE e che rispecchia fedelmente la nostra posizione di coda in tutte le classifiche che riguardano il diritto allo studio pubblicate nell'ultimo rapporto OCSE 2012 (Education at a Glance 2012: OECD Indicators), che non risente ancora, per altro, dei effetti dei tagli successivi al 2010;

i dati sulla copertura relativi all'anno 2011/2012 sono ancora in fase di elaborazione da parte dei singoli enti regionali, ma la copertura si annuncia inevitabilmente inferiore, se consideriamo che le regioni sono nettamente in difficoltà e che la quota statale ammonta a circa 98 milioni e il costo della copertura totale stimata sugli idonei dell'anno 2009/2010 e di circa 590 milioni;

lo stanziamento del fondo statale per l'anno accademico 2012/13 è di 165 milioni ai quali si aggiungeranno le entrate della tassa regionale sul diritto allo studio stimate in 250 milioni, per via del raddoppiamento della stessa disposto nel decreto legislativo 68/2012;

il fondo integrativo statale 2012/2013 non è stato anticipato parzialmente anticipato come avvenuto gli altri anni, per cui le prime graduatorie degli idonei come quella della regione Lazio presentano una copertura inferiore al 40%;


allo stesso tempo, le disposizioni del decreto legislativo 68/2012 dispongono esplicitamente che la copertura finanziaria delle borse avviene “nei limiti delle risorse disponibili” (art. 7, comma 1), senza disporre efficaci misure e strutture di monitoraggio a livello nazionale adeguatamente finanziate;

considerato inoltre che:

lo stesso decreto dispone inoltre l'eliminazione dell'obbligo di dare priorità agli idonei fuori sede nelle graduatorie dei posti letto, consentendo l'assegnazione programmata di posti alloggio a prezzi di mercato a prescindere dalle esigenze degli studenti aventi diritto;

anche a seguito di tale disposizione, le aziende per il diritto allo studio in tutta Italia si trovano nella condizione di sottofinanziamento e tendono inevitabilmente a mettere sul mercato i posti alloggio;


a conferma di ciò, l'azienda per il diritto allo studio laziodisu nonostante disponesse per il bando 2012/2013 di 155 posti in meno rispetto all'anno precedente e di altri 110 posti “disponibili entro il primo trimestre 2013” ha disposto con la delibera del 11 luglio 2012 un mandato per il Direttore Generale finalizzato a regolamentare l'assegnazione di posti alloggio a prezzi di mercato, nel numero, dichiarano gli studenti, di 208;

tale provvedimenti, denunciano gli studenti, hanno determinato il fatto che su circa 4000 domande per i posti letto, 1200 studenti risultassero idonei ma tuttavia non beneficiari dell'alloggio, situazione solo parzialmente migliorato dopo lo sblocco dei posti letto inizialmente destinati all'assegnazione a pagamento a seguito delle manifestazioni degli studenti;

considerato infine che:

si tratta di una situazione dovuta all'insostenibile peso che è stato scaricato negli ultimi anni sulle regioni per implementare la copertura delle borse di studio, specialmente durante le annate 2010/2011 e, ancor di più 2011/2012, onere che impedisce alle regioni di esercitare al meglio le loro competenze dirette, ovvero la manutenzione e il miglioramento delle strutture universitarie;

altra causa è l'inefficacia della legge 338/2000, che predispone il cofinanziamento della realizzazione e della ristrutturazione delle residenze universitarie con procedure eccessivamente lunghe, assenza di monitoraggio, e bandi che presuppongono la disponibilità della regione a finanziare il 50% del progetto;

il decreto legislativo 68/2012 presuppone l'emanazione di un ulteriore decreto ministeriale che definisca e quantifichi economicamente i LEP;

per sapere:

se il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca intenda nel decreto previsto ristabilire la priorità degli idonei fuori sede nelle graduatorie per i posti letto;

come i ministri intendano risolvere definitivamente la questione della copertura finanziaria, tenendo conto che il carico contributivo complessivo sugli studenti non sono non può aumentare ma deve necessariamente diminuire nei prossimi anni nell'ottica anche del più minimo adeguamento ai parametri europei; 


mercoledì 19 dicembre 2012

OGGI QUESTION TIME IDV SU EMERGENZA DIRITTO ALLO STUDIO






Oggi alle ore 15:00 il gruppo IDV presenterà un interpellanza urgente sulla questione diritto allo Studio, dalla copertura delle borse di studio alla questione posti letto e alloggi (diretta sul sito della camera). L'interrogazione è frutto di un'interazione tra il gruppo parlamentare e il Dip. Cultura, che ha intrapreso un'azione di monitoraggio indagando direttamente tra gli studenti che stanno occupando gli studentati e interrogando gli osservatori regionali. Al di là dei dati drammatici che verrano delineati purtroppo nella discussione, quanto emerge è l'assenza totalmente ingiustificata  di una politica nazionale di monitoraggio adeguatamente sovvenzionata e quindi la difficoltà nell'analisi e nella ricerca delle soluzioni al problema
A breve,  dopo la discussione, sarà disponibile il testo del botta e risposta.

domenica 16 dicembre 2012

Proposta sull'adesione a IDV per il congresso 2013

Credo che le indicazioni uscite dall'assemblea del 14 e del 15 sul congresso di settembre siano molto importanti.  Qualcuno forse è demoralizzato, ed ha anche le sue ragioni, però io credo che non sia più tempo di mezze misure e che se si vuole rimanere nel partito bisogna fare il massimo per cambiarlo e passare all'azione. Se davvero, infatti, il congresso del settembre 2013 rinnoverà l'intera dirigenza e sancirà il diritto di voto solo ai tesserati dal primo gennaio 2013 fino al 29 giugno, io credo che un primo contribuito immediato da parte dei giovani debba venire proprio sul tema del tesseramento.

Premesso che da domani il primo pensiero dovrà essere l'imminente campagna elettorale e i contenuti da mettere in campo come giovanile protagonista, da arancioni o da soli,  
ciò non toglie spazio alla possibilità di portare avanti una proposta con alcune semplici regole, che in parte IDV ha già annunciato, per sbarrare la strada ai cosiddetti signori delle tessere:


1) tesseramento personale e con pagamento immediato;
2) eliminazione dalla "segnalazione" dal modulo;
3) obbligo sulla spedizione all'indirizzo del tesserato;
4) controlli a campione prima del congresso;
5) pubblicazione dell'anagrafe dei votanti all'indomani della scadenza del termine utile;


E' una valida opzione anche quella di attuare questi principi anche attraverso un format online, che leghi tuttavia ogni singolo nome ad un singolo bancomat o carta di credito. A quel punto la gestione sarebbe centralizzata e nazionale.

Si tratta di alcune idee che possono e devono certamente essere integrate e servono per avviare una discussione e far in modo che la nuova stagione di IDV si apra al meglio. Bisognerà inoltre arrivare ad una serie di proposte in sede di congresso che riguardino anche la struttura e il funzionamento della nuova IDV, che come prima cosa dovrà valorizzare i circoli di base, rivedere l'architettura degli organi, lo statuto e molto altro. 

E' chiaro che non è però solo un problema di regole i giovani dovranno essere promotori, sin dalle prossime settimane,  di una grande campagna adesioni, qualcosa che dia vita ad un tesseramento "vero", fatta su un progetto e su delle idee, qualcosa che scenda nelle strade ed entri nelle vite di quelle migliaia di ragazzi oggi disillusi dalla realtà prima ancora che dalla politica. Questo vale per i giovani come per militanti e dirigenti, naturalmente. Potenzialmente le idee e le energie per rispondere a queste persone ci sono, si tratta di passare ai fatti. 


mercoledì 12 dicembre 2012

SAPERE CHI SIAMO, NON AVERE PAURA.

Vorrei fare un discorso poco convenzionale. Se il mio partito apre le porte alla raccolta firme del M5S io sono orgoglioso. E ora tutti diranno "ecco, questo vuole andare con Grillo". Se il mio partito apre al movimento arancione e io dico che sono orgoglioso diranno "ecco, questo sposta per De Magistris". Se il mio partito dice che vuole costruire una lista unitaria di centrosinistra alternativa a Monti e io sono orgoglioso diranno "ecco, questo è filo-PD".

E se dicessimo che siamo d'accordo in ciascuno di tutti e tre i casi? E' finita l'ora di ragionare solo nei termini di chi ci vuole incastrare con recinti, sigle, orticelli ed etichette. In attesa dell'assemblea di sabato, sono fiducioso e orgoglioso di un partito che da sempre parla dei temi e che riesce a capire tanto le ragioni della pura protesta, che sta subendo una chiara strategia di esclusione con l'ipotesi voto a febbraio, quanto le ragioni e le energie della società civile e, infine, la disperazione di quegli elettori della coalizione che sperano fino all'ultimo in un centrosinistra diverso o in qualcosa che, provando a farlo rinsavire, forse pian piano diventi esso stesso alternativa di Governo, anche negli anni.

E allora diciamolo con chiarezza che il problema di oggi non è l'aritmetica ma CHI rappresentiamo. l'Italia contro il pareggio di bilancio? contro le spese militari? contro i tagli alla cultura? contro la distruzione delle PMA, dell'impresa onesta e della concorrenza reale? contro l'assalto ai diritti civili e sociali? contro le mafie di ogni ordine e grado? contro ogni tentativo di occultare la verità storica? contro la genuflessione alla cultura vaticana? contro un'Europa fondata sul MES? L'Italia laica, onesta, libera, solidale, moderna, dei diritti, delle pari opportunità, delle nuove sfide globali, della Costituzione?

Se rappresentiamo, se siamo questa Italia, allora il compito di chi ci crede, dei giovani prima di tutto, deve essere quello di dire che tutto questo non c'è in quel centrosinistra, che nessuno teme il famigerato voto utile e men che meno la costruzione di qualcosa di nuovo. Nessuno ha paura. E bisogna dirlo per primi, senza aspettare che i giochi si compiano sopra le nostre teste.

Solo in questo modo, chi ci rappresenta, potrà dire con forza a quel centrosinistra che senza certe condizioni non ci saremo, spiegando infine che abbiamo immaginato due coalizioni diverse.  
E se qualcuno vuole farci passare per rivoluzionari anarco-eversivi ben venga. I cittadini stabiliranno chi ha ragione. 

lunedì 3 dicembre 2012

PRIMARIE: HA VINTO L'APPARATO. ORA CAMBIAMO LIBRO.

E' andata. Contro il "nuovo" sponsorizzato da Pontifex.it, da confidustria e dall'area liberal-teodem del PD l'apparato è riuscito ad accreditarsi come il meno peggio. Il buon Bersani è un gentiluomo ed ha fatto anche alcune scelte positive al Governo. Ma il problema è che vince Bersani ed esulta D'Alema. Esulta chi crede nell'alleanza post elettorale con l'UDC e non esclude il Monti-bis, qualcosa che nemmeno Renzi era in grado di scongiurare.

E adesso? Ciò che serve per cambiare l'Italia io non lo vedo in questo centrosinistra nè tantomeno in Grillo, un movimento che potrà essere  un efficace demolitore. Chi costruisce però? chi è in grado di Governare parlando di nuova politca industriale, PMI,  risanamento del territorio, lotta ai conflitti di interesse, all'evasione alle corporazioni, ai privilegi e alle clientele, rilancio ed efficienza del pubblico e lotta agli sprechi, investimenti in istruzione,  innovazione e ricerca?

L'Italia ha bisogno radicalmente di abbattare tutte le "caste", di una politica che la smetta di giocare in difesa e che inizi ad affrontare i disastri di anni di latitanza delle istituzioni. L'ILVA ne è un esempio. Abbiamo bisogno di una politica che inizi a creare lavoro, domanda e impresa, senza guardare più in faccia agli orticelli di potere.

L'appello dell'1 dicembre, "cambiare si può", rappresenta davvero una grande risposta all'asssenza di prospettive che stiamo vivendo. Un'altra risposta esiste già ed ha dato prova di sè in questi anni. IDV ha dimostrato di sapere affrontare nel merito le questioni di vincere battaglie come quella sulla legge bavaglio e sulle 24 ore dei docennti, grazie ad una serrata ed unica opposizione in parlamento. Si tratta di una realtà  che ha dato vita alla grande e vincente stagione referendaria dello scorso anno e a quella attuale ancora in corso, trainate da una giovanile presente ed encomiabile sui territori.

Adesso è il momento di concretizzare e di mettere insieme queste realtà. C'è una voglia di alternativa che sta nascendo dal basso, e c'è la possibilità di costruire, per il 2013 e non solo, un processo di rinnovamento della politica e della partecipazione che risponda alla domanda di rappresentanza che si leva oggi da ogni livello della società. Chi rappresenta gli studenti in piazza? gli insegnanti? coloro che fischiano Ornaghi e Profumo per la prima volta alla presenza di Napolitano? chi rappresenta la piccola e media impresa strangolata dalla crisi? chi rappresenta l'Italia delle rinnovabili, del turismo e dei beni culturali distrutti da anni di disastri?
Chi rappresenta l'Italia davvero laica, stanca di essere l'utlimo angolo di medioevo dell'europa occidentale?

Penso a personaggi come De Magistris, Di Pietro, Orlando, Ingroia, oltre alle risorse e alle intelligenze che si stanno ritrovando intorno a loro. C'è la possibilità di costruire una vera e propria realtà post-ideologica che abbia come stelle polari i principi di solidarietà e libertà e che sappia affrontare le nuove grandi sfide della politica, molte delle quali impensabili solo pochi anni fa. Una realtà che si definisce prima per ciò che è e che rappresenta, che non esclude il dialogo con il centrosinistra  ma che non ha paura di andare da sola. 
 
Per IDV e per i Giovani dell'Italia dei Valori si apre il luogo in cui concretizzare anni di battaglie, lotte e idee, dalla laicità, al diritto allo studio, rimettendosi in gioco in una nuova grande avventura che abbia l'obiettivo di sfidare l'indifferenza e la paura che imperversano tra le giovani generazioni, ferite e vessate da una politica che morde i diritti e la dignità.

Insomma, più che cambiare pagina, dobbiamo cambiare libro.

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