martedì 10 dicembre 2013

CHE STA SUCCEDENDO LI' FUORI?


(articolo pubblicato su esseblog)
Una mobilitazione straordinaria, scoordinata e  reazionaria quanto vogliamo, ma con volti e ragioni che fanno paura. La minimizzazione dei media. I poliziotti che  si tolgono il casco. Non si ricorda un episodio del genere. Che sta succedendo lì fuori?
Succede quello che in queste pagine in fondo abbiamo provato a dire in molti e che si potrebbe riassumere in una frase: “il sonno della sinistra genera mostri” per parafrasare la nota opera di Goya.

giovedì 14 novembre 2013

EURO-ECONOMIA SENZA RETORICA? SE NE PARLA A "FORUM ECONOMIA",

articolo pubblicato www.esseblog.it











- Un confronto fuori dal politically correct
- Smontare l’economia delle frasi fatte 
- Rispondere alle domande: fallimento euro, UE e trattati? 

Tra falchi, colombe, pitonesse e diversamente belusconiani,  le poche volte che si parla di temi economici nelle “ore di punta” dell’informazione generalista, si fa sempre un’incredibile fatica a districarsi nell’abbondante farcitura di frasi fatte e  luoghi comuni montata con attenzione certosina.

martedì 15 ottobre 2013

GENITORE 1, 2, 3? MEGLIO TANTE MAMME E TANTI PAPA'.













La California approva una legge che consente di riconoscere la potestà ad un terzo genitore. Una possibilità rivoluzionaria che consente di condividere le responsabilità genitoriali in tutte le situazioni in cui vi sia un genitore biologico ulteriore rispetto ai due genitori formali, come la maternità surrogata ed altre tecniche di PMA. Genitore 3 insomma, alla faccia del dibattito nostrano su genitore 1 e genitore 2 
Naturalmente si è levata la solita canea al grido del "nuovo totalitarismo di Stato" che vuole distruggere la famiglia. La tesi che mi sono trovato a discutere sui social è che la famigia preesiste allo Stato, è naturale ed è una sola. Lo Stato non deve intervenire su di essa"

venerdì 11 ottobre 2013

IL SILENZIO SUGLI STUDENTI. 2 MILIARDI CONTRO 100 MILIONI
















Stiamo vivendo giornate concitate e molti temi sono passati in secondo piano.
Oggi erano in piazza gli studenti, in tutta Italia, con il loro dramma silenzioso, che non è altro che lo specchio di un Paese che ha perso ormai se stesso.

La piattaforma rivendicativa è ormai sacrosanta. Sono solo 100 i milioni per il diritto allo studio previsti dal decreto istruzione, 40 in meno rispetto al 2013, nonostante una copertura delle borse del 67% sugli immatricolati 2011 e una cifra ormai strutturale di circa 50.000 ragazzi che restano privi di sussidio pur avendone diritto.

Inoltre una tassa regionale iniqua che è stata quasi raddoppiata da Monti nel 2012 e che adesso va assolutamente fasciata ed eliminata per i vincitori di borsa e gli studenti più in difficoltà

E poi tanto, tanto da fare, la riforma delle carriere universitarie, lo scardinamento dell'impianto Gelmini,  interventi strutturali ed investimenti, la revisione dei test-lotteria a numero chiuso.

Invece abbiamo sul tavolo un decreto che sparge qualche spicciolo qui e lì e un decreto "programmazione universitaria" che tira dritto per la strada della dismissione e dell'accorpamento di atenei, facoltà, corsi, con la sola logica di far cassa mascherata dai paroloni ottimizzazione e razionalizzazione.

Resta salda la nostra ULTIMA posizione in tutti i parametri OCSE, servizi, numero di laureati, tasse, rapporto studenti-docenti.

Resta infine il fatto che Francia e Germania investono 2 MILIARDI nel diritto allo studio, la Spagna (sì proprio la Spagna) più di 800 milioni.

mercoledì 25 settembre 2013

ITALIA VENDESI









Non sono mai stato un esperto di telecomunicazioni e di diritto amministrativo, ma di certe cose bisogna informarsi e parlarne, perchè sopra le nostre teste si stanno consumando dei disastri incalcolabili. Diciamola tutta su Telecom: fin quando l'Europa tra anni '80 e '90 ci chiedeva di limitare i salvataggi di stato e di promuovere la concorrenza era un conto. Noi con Andreatta ed altri abbiamo barattato la razionalizzazione e la trasparenza che ci venivano chieste con una liquidazione generale e orizzontale, spalmando la riduzione dei debiti senza distinzione per rientrare nei parametri di Maastricht, che già erano sbagliati in sè. Dal "ripianare i debiti" si è arrivati alla liquidazione dell'IRI e alla privatizzazione di Telecom nel 1997, con D'Alema, con in peggiori criteri possibili e sopratutto, errore di fondo, privatizzando un'azienda che ha un MONOPOLIO DI FATTO. Tutto questo per ENTRARE NELL'EURO ALLE CONDIZIONI DEGLI ALTRI, di trattati che non rispettavano le caratteristiche della nostra economia e che avevano l'obiettivo di ridimensionare l'Italia come concorrente.

Adesso i privati che l'avevano acquistata, i nostri grandi capitalisti italiani che controllano società enormi con quattro soldi grazie al sistema delle scatole cinesi (holding), la cedono agli spagnoli, che hanno acquistato la quota di controllo di Telco, la holding che gestisce Telecom. Ordinaria amministrazione del fallimento italiano. (Si veda il rapporto della Corte dei Conti sulle privatizzazioni delle società pubbliche, 2010) Adesso nessuno, dicesi, nessuno, investirà più sul nostro sistema di telecomunicazioni, la banda larga, internet, la telefonia fissa per intenderci. Di più, telecom controlla informazioni riservate, intercettazioni e servizi indispensabili per la sicurezza. A quando qualcuno che ammetta gli errori e parli di politica industriale? A quanto qualcuno che si renda conto che le privatizzazioni hanno inciso sostanzialmente in maniera NULLA sull'andamento del nostro debito pubblico, che 

Speciale del Fatto Quotidiano 

martedì 24 settembre 2013

L'EURO E LA DESTRA CHE DIVENTA KEYNESIANA













Il centrodestra si attrezza e supera a sinistra. E' ormai un dato di fatto. Ecco perchè. 
Ieri ho assistito al convegno organizzato alla Link Campus University dal gruppo Asimmetrie, in cui si è presentato il "Manifesto di Solidarietà Europea" promosso tra gli altri dagli economisti Bagnai, Rinaldi, Borghi. Presenti anche Giuseppe Guarino, oltre a numerosi profili internazionali anch'essi firmatari del documento, tra cui  Olaf Henkel, ex presidente degli industriali tedeschi, Kawalec, viceministro delle finanze polacco.
Tra i politici nostrani, invitati La Malfa, Alemanno, insieme all'ex più volte ministro e sottosegretario Scotti, presidente della Link Campus. 

Il presupposto è chiaro: l'euro ha oggettivamente fallito e la lettura che viene fatto è quella di un grave errore politico ed economico che rischia di vanificare tutte le conquiste dell'integrazione europea fino al 1992, come il mercato unico. Superare l'euro per salvare l'europa, quindi, una lettura ben diversa dal nazionalismo estremista ed euroscettico che già conoscevamo. Le analisi si susseguono impietose: la moneta unica non è capace, per diversi motivi, di venir incontro alle esigenze di economie e culture fiscali differenti, oltre a togliere il  potere ai singoli stati di perseguire le proprie politiche monetarie. Henkel ammette: "nel 1998 incontrai Prodi, Amato e Ciampi e mi feci convincere che l'Italia era "pronta" per l'euro. ho sbagliato. Ma in Germania hanno voluto l'Italia nell'euro solo per ridimensionare un concorrente economico nelle esportazioni, che all'epoca era molto competitivo".












Insomma, questo euro fatto a misura teutonica, una sorta di garanzia posta alla temuta unificazione tedesca del 1990, ha sortito l'effetto opposto di favorire l'economia più forte del continente a discapito delle altre. E' sotto gli occhi di tutti, l'andamento della produzione e delle esportazioni italiane dall'introduzione dell'euro, ma come dimostrato dai grafici, anche la Francia ne ha risentito. 
Nel manifesto le parole d'ordine sono possibilità di svalutare, crescita e competitività. 
Non c'era certamente bisogno di questa iniziativa per sapere che il castello eurozona è fatto di carta, con una banca indipendente nelle mani di gruppi finanziari privati che non risponde a logiche politiche. Per non parlare dei parametri imposti da Maastricht e recentemente nel Fiscal Compact. Il tutto aspettando la follia ESM. 

Quello che manca nell'analisi sono occupazione e welfare: la crescita non implica necessariamente l'aumento dell'occupazione e la tenuta dello stato sociale. Che certamente ci troviamo a destra lo conferma anche l'analisi di Borghi sull'evasione. L'evasione non incide sul debito pubblico nè può rendere, se combattuta, il nostro Paese più ricco. Le entrate in tasse secondo Borghi sono le più alte d'Europa, quindi il problema è "solamente" la redistribuzione della ricchezza e del carico fiscale all'interno del Paese. Analisi corretta per quanto concerne il debito, ma, a dispetto del "solamente",  si passa alla leggere proprio su quello che riguarda welfare e stato sociale; è inoltre fondamentale il fatto che una distribuzione iniqua della ricchezza provocata da un'evasione alle stelle è uno dei fattori che colpiscono la competitività del Paese e la concorrenza interna, condannando le imprese oneste. 
La proposta del manifesto, quindi, è quella di un'uscita coordinata dei Paesi più forti dell'area euro, mantenendo quindi la valuta per i Paesi meno competitivi. 

Come dice Brancaccio, dall'euro siamo già fuori, bisogna capire come uscirne. Tutelare i salari ed evitare le fughe di capitali o preoccuparsi solo del panico bancario e della competitività? Sono aspetti che si completano a vicenda ma che rappresentano anche i nuovi capisaldi su cui si confronteranno destra e sinistra nei prossimi anni. La destra sembra aver guadagnato il presupposto di fondo per cui lo Stato deve sostenere l'economia attraverso le politiche monetarie: più volte si cita Keynes contro il sistema economico dei trattati, definito ormai un prodotto cristallizzato del neoliberismo, qualcosa che è diventato un problema prepolitico. Il punto è quali interventi? 

Di fronte a tutto questo, dal PD sentiamo ancora la favoletta del più Europa, più solidarietà. Possibilmente anche con la proposta dell'elezione diretta della commissione europea, qualcosa che rischierebbe solo di legittimare una sorta di monarchia intergovernativa, se non si interviene sull'intera struttura. Il mondo alla rovescia insomma, la sinistra che difende una struttura che il centrodestra definisce neoliberista. E' che lo è nei fatti. Invece di chiedersi, ad esempio, com'è possibile che anche in Germania, il Paese a misura di moneta unica, un partito contro l'euro come AFD prenda quasi il  5% all'esordio, Repubblica osanna la "vittoria europeista" della Merkel. L'impero colpisce ancora. A quando una riflessione seria? A quando ammettere i proprio errori? Fino ad ora soltanto la sinistra estrema di Rizzo e il Movimento139 stanno lavorando su questo campo. il M5S è certamente più sensibile e più avanti sul tema, anche se manca una posizione uniforme ed approfondita. 

E' chiaro che il centrodestra è responsabile tanto quanto il centrosinistra del mondo in cui sono state condotte le trattative per l'euro e per i vari trattati. Ma rendersene conto è certamente un merito, oltre al fatto che la riflessione "euroscettica", viene fatta un questo caso per salvare l'integrazione europea. Un europeismo senza euro dunque.
E' evidente che non basta più dire neanche "rinegoziamo il fiscal compact", un trattato figlio di una precisa impostazione che gira attorno all'idea sbagliata di una moneta indipendente, non sovrana, costruita su parametri economici parziali. Era quello che provavo personalmente a dire già nel mio programma per le regionali del 2013, al terzo punto.  Senza una seria riflessione e una proposta altrettanto concreta in merito alla questione euro si rischia davvero una debacle incalcolabile nei prossimi anni, lasciando alla destra la verità dei fatti economici. Troppe domande vengono in mente. A chi risponde questo centrosinistra? a quali interessi? l'unica strategia è svendere Alitalia, Finmeccanica e, da ultimo, Telecom?

sabato 14 settembre 2013

QUEL MOSTRO DI TEORIA DEL GENDER CHE DISTRUGGERA' IL MONDO
















Signore e signori, le leve del fanatismo si aggiornano. E quindi, dopo essersi fatti qualche grassa risata, è giusto rispondere serenamente con qualche considerazione. Dopo la sparizione dalla legge anti omofobia di "orientamento sessuale" e "identità di genere" con buona complicità di chi la legge l'aveva promossa,  ecco comparire puntuali i convegni contro la nozione di gender, pericolo per l'umanità. 

La teoria del gender, o, più correttamente, gli studi di genere, è un insieme di studi che riguardano trasversalmente sessuologia, antropologia, sociologia, filosofia, nati da un'idea di fondo: non c'è un solo modo, naturale, di essere uomo e di essere donna. Ciascuno lo è in modo diverso, a seconda della propria personalità e del contesto sociale in cui si trova. Questo è il minimo comune denominatore, un'idea nata dal femminismo degli anni '60 e '70 e dal nascente movimento di liberazione omosessuale, che serviva all'epoca a scardinare la subalternità uomo-donna, intaccando il presunto fondamento naturale di quest'ultima. 

Da allora si sono susseguiti diversi filoni di pensiero, che hanno approfondito in diverse direzioni di pensiero il nucleo iniziale. L'idea che il "maschile" e il "femminile" siano concetti socialmente e culturalmente determinati e siano cosa differente dal sesso biologico di partenza è ormai acquisita dai trattati internazionali sui diritti umani. Basti vedere la definizione di "genere" della Convenzione di Istambul, (art. 3) per cui:

con il termine “genere” ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini;

Dagli studi di genere deriva il concetto di identità di genere, che il modo in cui il singolo si percepisce più o meno vicino ad un determinato genere, socialmente determinato, anche non corrispondente al sesso biologico. Il modo in cui il soggetto manifesta socialmente la propria identità di genere è definito ruolo di genere, due aspetti direttamente connessi. 

L'antropologia da qui un contributo prezioso: vi sono società dove le donne svolgono determinate mansioni e compiti che in altre realtà sono svolte dagli uomini. Storicamente, nelle società matriarcali le donne avevano funzioni che appaiono impensabili nel mondo antico. 

L'errore più comune è pensare che il concetto di identità di genere sia una sorta di "potenziamento" o "degenerazione" di "orientamento sessuale" (cosa differente), oppure che riguardi solo le persone transgender e transessuali.

Così come tutti hanno un proprio orientamento sessuale, tutti hanno la propria identità di genere: si tratta semplicemente di un modo nuovo di intendere un aspetto universale della personalità umana, per cui l'orientamento sessuale e l'identità di genere si aggiungono al sesso biologico. 

Qualcuno pensa che questa teoria voglia distruggere le differenze uomo-donna, "omosessualizzare" la popolazione mondiale, scardinare la famiglia tradizionale. E' curioso che istituzioni formate da soli maschi e che professano la castità pretendano di difendere e pontificare su qualcosa che non conoscono. 

Gli studi di genere non hanno l'obiettivo di cancellare un bel niente, bensì sono finalizzati a far emergere tutte le sfumature della personalità umana rimaste finora invisibili. E' cosi che sono stati coniati numerosi neologismi  che individuano una molteplicità di identità di genere.

E' proprio questa la chiave: al di là delle nuove terminologie, delle sigle e delle etichette, quello che viene fuori dagli studi di genere è una rivoluzione copernicana delle relazioni umane, per cui al centro non c'è più l'idea granitica di due generi universalmente e naturalmente determinati e, di conseguenza, un solo orientamento sessuale, bensì al contrario due aspetti plurali e poliedrici come l'orientamento sessuale e l'identità di genere, fatti di molteplici sfumature, in cui la stessa eterosessualità viene ricompresa come un elemento determinante e connessa in modo diverso con gli altri aspetti. 

Esistono, diversi livelli di bisessualità, per cui tantissimi eterosessuali hanno anche esperienze omo e viceversa, per limitarci al campo delle sfumature di orientamento sessuale. Passando invece agli aspetti dell'identità di genere, esistono uomini eterosessuali con dei caratteri di genere evidentemente femminili, stando a determinati  parametri sociali. Ugualmente per le donne. Esistono omosessuali assolutamente "maschili" e virili o lesbiche del tutto "femminili". E viceversa per entrambi. Ancora di più, le combinazioni sono molteplici perchè la corrispondenza che si potrebbe immaginare tra l'apparente mascolinità e femminilità e il ruolo sessuale è solo un luogo comune. Andando oltre, esistono persone che possiedono alcuni  caratteri del genere opposto al proprio sesso (modo di vestire, comportamenti, ruolo) senza però identificarsi pienamente in quel genere (androgino, bigender, intergender,). Esistono persone che hanno invece dei caratteri biologici particolari, come la sovrapposizioni di caratteri sessuali primari e secondari di entrambi i sessi, gli intersessuati, i quali tuttavia spesso non procedono ad alcuna riassegnazione del sesso come in invece avviene per le presone transessuali. Infine, ed è il tratto che più sconvolge la tradizione, c'è chi si percepisce come appartenente al genere opposto, tuttavia non ritiene necessario procedere alla riassegnazione del sesso biologico. "Le" e rispettivamente "I" transgender. 

Parentesi. Per comprendere la violenta propaganda integralista è necessario ricordare che c'è un elemento di fondo che da più fastidio ad una certa cultura, ancor più dell'omosessualità e del transgenderismo: è l'idea della libertà sessuale. Comprendere le differenze delle persone significa dare peso e valore alla loro vita sessuale. Questo disturba chi sui concetti di colpa e peccato, nonchè sulla repressione della personalità, ha costruito secoli di consenso. 

In poche parole, non ci saranno più gay o lesbiche e transgender con la diffusione degli studi di genere: avremo semplicemente uno strumento migliore per comprendere quello che già c'è, un pò come i vari modelli della fisica hanno sempre  riabbracciato e rispiegato da un ottica più ampia i fenomeni dei modelli precedenti, riuscendo a spiegare anche quelli nuovi. 



lunedì 9 settembre 2013

IL PDL DEL PREGIUDICATO CHE BOLLA INCOSTITUZIONALE LA LEGGE ANTIOMOFOBIA
















L'Italia è davvero strana. Un partito guidato da un pregiudicato, pluriprocessato e condannato in via definitiva, per il quale ormai tutto il mondo ci ride dietro, bolla di incostituzionalità una legge di civiltà come quella contro l'omofobia. Crisi di Governo permettendo, mercoledì si dovrebbe finalmente votare la legge alla camera. Ci sono ben tre pregiudiziali di costituzionalità presentate da PDL, LEGA e FRATELLI D'ITALIA. Dalle indiscrezioni sembra che le pregiudiziali non abbiamo i numeri per passare, poichè domani mattina dovrebbe spuntare un emendamento risolutore battezzato da Arcigay come "Salvavescovi", che rischia di coronare lo smantellamento progressivo del testo, legittimando tutte quelle dichiarazione offensive e lesive della dignità delle persone lgbt, come "i gay sono malati e vanno curati". E' proprio questo genere di attacchi che vanno sanzionati infatti, non certo l'opinione di chi ritiene "giusto" il matrimonio tra uomo e donna. La differenza tra opinioni e attacchi è chiara ad ogni giudice. Insomma si rischia un "effetto legge 40", ovvero di un provvedimento che restringe il campo dei diritti anzichè garantirli, consentendo condotte repressive.

E non è finita qui. Le pregiudiziali sono interessanti per capire quali difficoltà potrebbe avere la legge se dovesse superare lo scoglio della Camera e anche del Senato, dopo aver subito una decostruzione indecente per la quale vi rimando all'analisi che che ho elaborato per Gaynet  Purtroppo, l'appiglio più comodo per i detrattori della legge è quello dell'art. 25 della Costituzione, il principio di tassatività dell'azione penale. Le parole omofobia e transfobia non sarebbero abbastanza precise da individuare una fattispecie di reati tale da estendere le sanzioni previste dalla Mancino. Sappiamo quanto sia strumentale questa argomentazione, tuttavia, purtroppo, tecnicamente un giudice costituzionale avrebbe ragione nel bollare questa legge come scritta sostanzialmente con i piedi.

E' possibile fare una legge contro l'omofobia e la transfobia senza spigare cosa siano buttando per caso lì le parole nel testo? Questo problema potrebbe vanificare anche un'eventuale conquista dell'aggravante speciale, momentaneamente tolta dal testo in esame e quindi per ora limitata ad i soli reati a sfondo razziale, etnico, religioso. Il PDL, in particolare, parte da questo appiglio per tirar fuori almeno una decina di articoli della Costituzione, tra cui persino l'articolo 33, poichè questa legge vieta ai maestri di insegnare che i gay sono da curare. Puoi mai essere libertà di opinione insegnare a qualcuno che è condannato a soffrire e a reprimersi? è come riprendere ad insegnare alle scuole elementari che le donne non sono fatte per votare o proseguire gli studi.

Tuttavia, chi ha voluto sostituire le espressioni originare di orientamento sessuale e identità di genere e
le relative definizioni, con omofobia e transfobia? quel PD alla ricerca ossessiva dell'accordo con il PDL, compiendo l'enorme scorrettezza di far firmare la legge a M5S  e SEL portandola poi avanti con la destra, che non l'aveva mai firmata o sostenuta.
Insomma, siamo di fronte ad una strada totalmente in salita, una situazione di cui il PD e chi si genuflette ossessivamente alle larghe intese e al Vaticano dovrà rendere conto e ragione.

lunedì 26 agosto 2013

GUERRA IN SIRIA? UNO SCONTRO TRA IMPERIALISMI. DA EVITARE


















Sono stato sempre contrario all'imperialismo americano, sono contrario all'intervento in Siria e spero nella diplomazia. Detto questo, la questione va messa tuttavia sul binario giusto: mi spiegate come si fa a leggere la crisi siriana e l'eventuale intervento americano usando espressioni come  "demonizzazione preventiva del nemico da parte dell'imperialismo americano"? gli stessi generali di Obama sono contrari ad intervenire e stavolta i profughi sono veri, e vere sono le persone avvelenate col nervino. 

Inoltre, dall'altra parte cosa c'è? la resistenza di un popolo libero (?) o semplicemente un altro imperialismo, quello russo, giusto un pò più autoritario e repressivo?

Certe letture da guerra fredda con il bene da una parte e il male dall'altra mi sembrano decisamente campate in aria. Qualunque cosa accada dobbiamo assolutamente rimanerne fuori, per non restare impantanati in una guerra di egemonie che non ci appartiene.

domenica 11 agosto 2013

ANCORA CONTRO LA LEGGE SU OMOFOBIA? DA OGGI SIETE ASSASSINI.




















Abbiamo passato il segno. E non vengo qui a gridare semplicemente "assassini". Mi spiego nel merito.
Un 14enne che si suicida spiegando con tale lucidità le ragioni del suo gesto dimostra il mondo in cui viene percepito dai più piccoli e dai più fragili il dibattito sull'omosessualità e l'identità di genere in Italia: una straziante condanna alla gogna sociale senza vie d'uscita.

Cari cattolici integralisti, amanti della libertà di opinione e campioni di ostruzionismo contro la legge su omofobia e transfobia: non siamo più negli anni '80. Voglio dire che avete avuto tempo, avete un mondo civile di fronte a voi che riconosce i diritti delle persone LGBT, avete il supporto della scienza e della medicina che hanno riconosciuto la naturalità e il ruolo sociale di questi fenomeni, avete di fronte a voi esperienze di fede che aprono all'omosessualità, avete all'emergere di una sofferenza prima sommersa e dimenticata, tra pestaggi, vessazioni e suicidi.

Se di fronte a tutto questo continuerete a perseverare, spacciando come libertà di opinione quella quantità minima di omofobia che volete legittimare con emendamenti assurdi, bene allora da oggi in poi siete anche voi ASSASSINI.

Si ho detto bene. Perchè rispetto all'epoca dei tabù, il fatto che il dibattito sia esploso in tutta la sua veemenza a livello globale, senza tuttavia produrre il minimo passo avanti a livello normativo, rende lo scontro ancora più violento ed esasperato. Tradotto: chi è più debole, se prima viveva possibilmente una vita di sofferenza e repressione nel silenzio più assoluto, adesso rischia di suicidarsi, perchè la pressione è troppa. Ed è chiaro che se dal 2009 si parla di una legge ancora non approvata, chi discrimina le persone  LGBT con atti di bullismo vandalico si sente ancora più legittimato.

Purtroppo la visibilità del dibattito raggiunta in questi anni, che ha fatto venire allo scoperto e "liberato" tantissime persone, rischia di essere un boomerang se non produce dei risultati concreti.
Una legge non basterà assolutamente. Ma è come la prima pietra. Anzi una delle prime pietre per costruire quello stato laico che l'Italia non è mai stata.

Non possiamo più stare fermi. Adesso bisogna pretendere. Pretendere di rivedere subito i programmi scolastici, pretendere di rivedere le strategie di comunicazione e prevenzione della RAI. Pretendere la propria DIGNITA' CULTURALE E SOCIALE, oltre che le leggi.

Troppo sangue sta scorrendo. E ricordiamoci che nella mente di un ragazzo passano migliaia di flash in un solo istante prima di compiere un simile gesto. Forse, se tra questi pensieri ci fosse stata anche la storica approvazione della legge contro l'omofobia e la transfobia avrebbe aspettato un attimo in più. O si sarebbe fermato.

lunedì 29 luglio 2013

CARO PAPA FRANCESCO, GRAZIE, MA NON SIAMO PECORELLE SMARRITE.













Il "chi sono io per giudicare" di Papa Francesco rende certamente ridicoe quelle sette integraliste che nei giorni scorsi hanno manifestato contro la legge antiomofobia, difendendo in sostanza la libertà di insulto e denigrazione verso le persone LGBT. Ben altro, tuttavia, sarà prendere una posizione ufficiale contro gli ambienti più conservatori della Chiesa italiana e della CEI, che si stanno dimostrando sempre più lontani culturalmente da questo pontificato. 

In qualche secondo Papa Francesco ha provato ad abbozzare un manifesto di tolleranza. Ma non basta. Della tolleranza abbiamo certamente bisogno solo perchè veniamo dall'odio,  ma non vogliamo certamente morire da pecorelle smarrite "tollerate" come qualcosa in una qualche maniera "in difetto".
Della tolleranza mi compiaccio, visto che prima c'era l'odio. Ma non mi accontento. Oggi, in tutto il mondo civile,  la tolleranza sta cedendo spazio al riconoscimento.  Riconoscimento del pluralismo prima di tutto. Di esistere e di essere felici così come siamo, senza inseguire la via di Damasco. Don Gallo c'era già arrivato. 

Detto questo, si apre certamente una nuova fase del dibattito e bisogna leggere bene le ricostruzioni della dichiarazione. I gay restano sempre peccatori, seppure esplicitamente distinti questa volta dai pedofili, criminali. Ma quali gay rientrano nel "non posso giudicarlo"? solo quelli che cercano Dio? e che vuol dire cercare Dio, smettere di fare "lobby tra omosessuali"? Insomma, nessuno può giudicare e tanto meno discriminare, ma si tratta sempre, alla fin fine, di pecorelle smarrite. Qualcuno girerà anche le parole del Papa contro il Pride, ritenendolo una forma di lobbismo gay. Francesco è stato chiaro, il problema non è la persona ma la lobby. Che vuol dire? una lobby difende interessi economici e sociali di parte. 

La comunità LGBT rivendica diritti umani universali e abbraccia al suo interno persone e segmenti di società estremamente diversi tra loro. Non è certamente una lobby, bensì un movimento di cittadine e cittadini, sostenuto anche da tantissimi eterosessuali. 

Prossimamente bisognerà fare in conte con metodi e linguaggi nuovi, anche perchè, ricordiamo, dietro il carisma di Papa Francesco, il manuale sui temi etici distribuito ai giovani durante la GMG, non si muove di una virgola dalle dottrine ufficiali della Chiesa. Famiglia tradizionale compresa. 

sabato 20 luglio 2013

OMOFOBIA E LIBERTA' D'OPINIONE, ECCO PERCHE' GIOVANARDI E I CATTOLICI HANNO TORTO




















La vicenda sulla legge contro l'omofobia e la transfobia può essere riassunta in breve in questo modo: da una prima proposta, condivisa e firmata da PD, SEL ed M5S, che conteneva l'integrazione completa dei reati di discriminazione predisposti dalla Mancino, si è passati ad una formulazione generica, che rischia di essere vaga, inapplicabile e soprattutto incostituzionale. Il PDL punta chiaramente ad affossare la legge, il PD non riesce a svincolarsi, mentre, onore al merito, il Movimento 5 Stelle conduce la battaglia sino in fondo sulla proposta originaria.

Come se non bastasse i cattolici hanno iniziato a urlare che, poiché permane la formulazione attuale con i termini “propaganda” e “istigazione”, sostanzialmente tutti coloro che parlano della famiglia naturale fondata sul matrimonio e delle idee della Chiesa sarebbero denunciati. Nulla di più falso, anche al netto dell'enorme libertà interpretativa che l'attuale formula consentirebbe.

Per prima cosa, la normativa penale in materia di reati d'opinione non viene qui assolutamente toccata.
Inoltre la ratio della legge è chiara: il testo attualmente in vigore parla di propaganda fondata su idee di superiorità e istigazione a odio e violenza.

Dire che mamma è solo donna e papà è solo uomo? lo capisce anche un bambino: un conto è se lo dico per lo penso io, un conto è se lo dico per attaccare e disprezzare gli altri. Le parole magiche sono banali “rispetto chi non la pensa come me”. E' chiaramente distinguibile un atteggiamento in cui si esprime un'idea personale o di una comunità, da quello in cui si vuole imporre una dottrina che limita la libertà delle persone e attacca direttamente le posizioni diverse.

Certi cattolici, inoltre, farebbero bene a “fare” prima che a “predicare”, visto che la maggior parte di coloro che si definiscono cattolici non seguono i precetti morali di questa dottrina, come il sesso prematrimoniale o la messa domenicale.

Poi ci sono delle cose sui cui non si può transigere. Un conto è dire “io ritengo che... ma so che altri la pensano diversamente”, un conto è dire “i gay sono malati, l'omosessualità è un disturbo, i gay non meritano l'uguaglianza dei diritti”. Cercare insomma, di fare “scuola” sulla pelle delle persone. In quel caso mi dispiace, mi rendo conto che molti sono abituati ad indottrinare le generazioni ma deve essere chiaro che è proprio questo che da secoli genera indicibili sofferenze, condannando ad una vita nell'ombra le persone LGBT.
Se è reato propagandare l'idea che i neri sono esseri inferiori, allora lo deve essere anche per le persone LGBT. 
Tutt'altro sono le persone che scambiano e discutono opinioni, cosa ben diversa dalla propaganda.
Per altro, una delle persone che sosterrebbe a gran voce questa legge è proprio un prete scomparso da poco, Don Andrea Gallo.
Infine un ultimo elemento su cui credo anche Giovanardi sarà d'accordo con me:
ogni libertà individuale, compresa quella d'espressione ha un solo limite: ove comincia quella dell'altro.
Io sfido chiunque a sentirsi libero e a vivere libero, esattamente come gli altri, in una società dove la gente è libera di dire e di pretendere che gli altri accettino l'idea che tu sei malato, che non devi avere diritti e che sei sostanzialmente un errore della natura.


La maggior parte dei cattolici, per essere tale, può fare certamente a meno di dire che i gay sono malati.




lunedì 15 luglio 2013

RINGRAZIO IDV, SCELGO POLITICA FUORI DAI PARTITI

Da sportivo, è mia abitudine porre fine agli agonismi quando l'arbitro fischia. Per questo motivo, dopo aver preso parte al dibattito congressuale di IDV con la massima veemenza e determinazione, senza risparmiare critiche o mandarle a dire, come nel mio stile, adesso posso solo fare gli auguri a quelle persone in cui ho fiducia e che si sono messe al lavoro, a prescindere dal risultato congressuale sul quale mi sono già espresso. Devo ingraziare IDV e Antonio Di Pietro, che ha costruito una realtà che mi ha dato tanto, prima di tutto l'occasione di imparare, alla quale ho aderito iniziando dal circolo territoriale di Pisa sino a ricoprire in seguito gli incarichi di membro del direttivo nazionale dei Giovani IDV e Resp. Università nel Dipartimento Cultura. 

Un'enormità di tempo ed energie in più di cinque anni di vita insomma, prima, durante e dopo la mia collaborazione lavorativa, una marea di ricordi e di amici che resteranno sempre. Sono felice di aver dato il mio contribuito alle battaglie referendarie del 2011, che ritengo il risultato più importante di IDV e il più concreto dell'interno centrosinistra negli ultimi 20 anni, e di essermi impegnato in prima linea nella difesa dei diritti degli studenti, nella battaglia per l'università, la scuola e la ricerca pubblica e nella sfida per la comunità LGBT, i diritti civili e la laicità dello Stato, nell'ambito degli incarichi tecnici e tematici che mi sono stati affidati. 

Ho sempre ritenuto, tuttavia che la priorità dell'azione politica siano gli obiettivi, l'obiettivo del bene comune in primis, e non certamente i mezzi;  tra i mezzi ci sono anche i partiti, anche se con i loro tempi e la loro vita. In questo momento, il mio percorso di vita mi porta più vicino ad altri mezzi, per i medesimi obiettivi. Per una serie di ragioni sento il bisogno di ritornare alle origini portando con me l'esperienza di questi anni, quelle origini che in realtà mi hanno sempre seguito e sostenuto dietro le quinte e che mi hanno visto costruire sin dai tempi dei miei studi a Pisa (2007-2010) quelle attività culturali e politiche che ho continuato a seguire lungo questi anni.  

Ora è questo che voglio fare, insieme a tante persone validissime che ho avuto la fortuna di conoscere i questi anni. Portare avanti quelle battaglie in cui credo, dai diritti civili ai temi etici, dalla conoscenza al diritto allo studio, fino ad arrivare alle questioni delle politiche europee e della condizione giovanile.

Voglio dedicarmi a quelle associazioni in cui milito e che ho contribuito a fondare, come Gaynet, UniOn, Bioetica in Campo, con le quali voglio proseguire insieme agli amici e compagni di avventura di sempre quell'azione di confronto e dibattito culturale già in atto. 
La politica oggi più che mai ha bisogno di riflessione e competenza. Collaborerò con quelle realtà che sentiranno il bisogno di confrontarsi e approfondire determinati temi, nelle piazze sin dentro le istituzioni. 

Per il resto, c'è il mio percorso professionale, che mi vede frequentare un secondo master post-laurea, e tanto altro, vista la mia inguaribile tendenza a riempire ogni ora della giornata. Per questi motivi, per una scelta di priorità,  ho deciso che non rinnoverò la tessera dell'Italia dei Valori. 

Voglio vivere un periodo di costruzione e riflessione e credo che le energie e la spontaneità delle associazioni e della società civile, di cui mai ho smesso e smetterò di far parte, siano il luogo migliore. 

Roma 15-07-2013

Rosario Coco

P.S. diversi materiali, contenuti e video relativi ad alcune attività svolte in IDV ed RC (Rivoluzione Civile), continueranno ad essere presenti su questo blog in quanto risorse utili, a prescindere dall'intestazione politica, per via del merito e del metodo delle tematiche affrontate. (Università, Ricerca, Diritti Civili)

mercoledì 3 luglio 2013

PROCLAMI UE: DOLCE NON DECIDERE, ANCHE IN EUROPA















Ecco il solito proclama: "la Commissione Ue consentirà deviazioni temporanee dal raggiungimento dell'obiettivo di medio termine, che consentiranno «investimenti pubblici produttivi», cofinanziati dalla Ue". Temporanee deviazioni di quanto, in base a cosa? In ogni caso una cosa è chiara:  "in nessuna circostanza si permette agli stati membri di sforare il limite del 3% del rapporto deficit-Pil"
Insomma, per l'italia l'obiettivo del pareggio di bilancio strutturale slitterebbe all'indomani del 2014, o almeno così pare. Qualcuno parla di 8 miliardi in più che serviranno a finanziare progetti UE. Se vogliamo continuare a dare le aspirine ad un moribondo va anche bene.

Si rinvia tutto praticamente tutto, quindi, anche in Europa, e NON SI DECIDE MAI.
IMU? rinviata, aumento IVA? rinviato. Di cuneo fiscale, IRPEF, aliquote, IRAP neanche a parlarne. Intanto il famoso Fiscal Compact, il trattato che impone ai Paesi Ue di inserire il pareggio di Bilancio in Costituzione, il primo marzo è stato bloccato dal Bundesrat niente poco di meno che in Germania, la patria della stabiltà. Ci sarà qualcosa che non torna?

Forse è il caso, anche in Europa, di rivedere i trattati e l'architettura istituzionale, invece di procedere a deroghe e deroghine? Siamo d'accordo che sulle best practice e l'ordinaria amministrazione abbiamo qualcosa da imparare da Francia e Germania, ma quando c'è da ridiscutere le regole del gioco non siamo secondi a nessuno. E allora, visto che questa casa di nome Europa che abbiamo costruito anche noi non funziona, vediamo cosa non va nelle fondamenta. Cominciamo a dire che l'autorità fiscale non può essere nazionale e quella monetaria sovranazionale, sganciata da ogni tipo di sovranità. E poi altro che fiscal compact con il limite del deficit allo 0,5%, è già  il vincolo del 3% nel rapporto deficit-PIL che non funziona, come gli obblighi di abbattimento del debito pubblico, il MES, l'architettura istituzionale, il ruolo e i compiti della BCE. Parliamo di queste cose, perchè l'Europa siamo noi, nel bene e nel male.

lunedì 1 luglio 2013

IDV: LA VITTORIA DEGLI IGNAVI E IL DRAMMA DELLA POLITICA



















 Un giudizio quanto più obiettivo e chiaro sul congresso . 
Sin da subito, rivendico il diritto di potermi riconoscere sempre e comunque in IDV e nella sua storia, ma di non avere politicamente fiducia nel nuovo segretario. Si chiama opposizione intelligente, qualcosa a cui la politica italiana è poco abituata. Nelle prossime settimane vedremo se ci saranno le condizioni per poterla esercitare, non a seconda di incarichi e compromessi, ma seconda dell'impostazione che verrà data nelle prime settimane al partito. Non voglio parlare di tessere false, presunte irregolarità e quant'altro, perchè non credo siano questi episodi, pur verificatisi, che hanon determinato l'esito congressuale che ha visto prevalere la mozione di Ignazio Messina.
Il tema vero, a mio avviso, non è la tessera "falsa" ma la tessera disinteressata, la tessera "ignava" come la definirei. In meno di un mese, dal 12 al 27 maggio gli iscritti IDV sono più che quatruplicati, in un momento di grave difficoltà per il partito in cui nessuno se lo sarebbe mai aspettato. 
Il modello che ha prevalso è palesemente quello della tessera occasionale, dell'amico, del parente, della clientela personale, tutte adesioni che non possono essere definite propriamente false, perchè rispondono a delle persone e rientrano per lo più in meccanismi leciti,  ma che producono un voto non rappresentativo, palesemente   del partito vero, di quel partito attivo sui territori, che prende parte alle riunioni, che si muove; in questo senso, adesioni ignave.
Questo modello non voglio neanche imputarlo direttamente a Messina, bensì a molte delle persone che lo sostengono sui territori. E' possibile passare da 3000 a 14000 tessere in un mese ed essere in mediamente 20-30  persone ai confronti politici tra i candidati,  o avere città dove si hanno più tessere che voti rispetto alle ultime amministrative?
Ma ecco la domanda cruciale: è normale che l'affluenza si fermi solamente poco al di soprattutto del 50% di questi 14000? Ignavi forse é dir poco. La risposta è chiaramente no. Si tratta di un problema che riguarda l'intera politica italiana, ovvero la connessione tra il cittadino, la politica e la forma partito, un rapporto che si é ormai snaturato e deteriorato. Io credo che la sfida di chi ha sostenuto la mozione Rinaldi e le mozioni in essa confluite, Castellarin, Borghesi e Scalera, debba essere quella di ristabilire il senso della partecipazione politica, ricominciando a creare un'egemonia di adesioni fondata sulla convinzione e la prospettiva politica e non sull'occasione.
Dove mettere in pratica tutto questo? Personalmente, credo che mi prenderò un periodo di riflessione, vorrei condividere e maturare le mie decisioni con le persone con le quali ho vissuto quest'avventura. 


mercoledì 26 giugno 2013

UNIVERSITA', DIRITTO ALLO STUDIO SUL FILO DEL RASOIO



Ci siamo lasciati nel mese di febbraio, con lo slittamento del decreto Profumo sul Diritto allo Studio, e ci ritroviamo ora a giugno con poco o nulla di fatto nel campo dell'Università e più in generale dell'Istruzione.
Come preannunciato in una delle ultime interrogazioni presentate da IDV durante la scorsa legislatura, la copertura delle borse di studio, registrata a dicembre 2012 sugli immatricolati nel 2011, è scesa di quasi 10 punti percentuali rispetto all'anno precedente, il 67% contro il 74%. In cifre, più di 50.000 ragazzi sostanzialmente privi di sussidio pur avendone diritto, che in moltissimi casi stanno lasciando o hanno già lasciato gli studi, destinazione lavoro nero/disoccupazione.


Il Ministro Carrozza ha esordito con dichiarazioni convincenti, ma ha subito deluso sulla questione dei test a numero chiuso, confermando i discussi bonus maturità e riproponendo l'anticipo in primavera ideato da Profumo per il 2014. Nessun provvedimento, anche qui, volto a invertire la rotta e ampliare l'accesso alla conoscenza delle giovani generazioni, visto che da anni, ormai, i tagli e le ultime leggi approvate convergono verso l'unica inesorabile direzione di restringere il numero di persone che possono accedere agli studi.


lunedì 24 giugno 2013

COSA VORREI DALLA PROSSIMA IDV














Cosa manca davvero ad IDV? una comunicazione e una democrazia interna veramente forti ed efficaci. Non perchè mancassero gli strumenti, attenzione, ma perchè non ci si è mai curati abbastanza di condividere in modo biunivoco tra base e vertice idee e decisioni, qualcosa che imputo sopratutto alla vecchia guardia più che ad Antonio Di Pietro. Non voglio dire che per ogni decisione bisogna fare un congresso programmatico (alcuni discorsi giungono a tale paradosso) ma che 1) le decisioni più importanti e di lungo periodo sulla politica e sul programma vanno prese tramite congressi programmatici e piattaforma liquid feedback 2) le decisioni e i contenuti immediati o di carattere tecnico, ovvero le decisioni del Presidente/Segretario e le elaborazioni dei dipartimenti vanno condivise successivamente perchè divengano patrimonio della base, la quale a sua volta può e deve avanzare suggerimenti, modifiche, revisioni. 

Sul primo punto, la condivisioni delle linee politiche deve diventare un abitudine periodica. E' chiaro che ci sono scelte che vanno prese da nel giro di ore e a volte di minuti, ma ce ne sono altre, coma ad esempio la scelta dei candidati per le politiche, che possono essere prese in sede di congresso programmatico o di piattaforma liquid feedback. 
Inoltre, elemento fondamentale, le decisioni di carattere immediato dovranno venir fuori da una concertazione reale all'interno della prossima segreteria; questo vuol dire, guardando avanti, che chi sarà in quella segreteria dovrà rendere conto alla base anche delle dinamiche decisionali. 

giovedì 20 giugno 2013

CONGRESSO IDV: UNA MOZIONE DA EVITARE, L'ALTERNATIVA C'E'


Insomma ci siamo, il congresso IDV sta arrivando. Al netto delle discussioni organizzative e burocratiche è giusto prima di tutto esprimersi, anche con dirompenza,  sui contenuti. Io credo che Matteo Castellarin , tra i fondatori del partito e promotore del movimento giovanile nel 2003, abbia le carte in regola per vincere questo congresso e guidare il partito, prima di tutto per il suo profilo, per la squadra che lo sostiene e per i contenuti che ha espresso nella mozione come nei numerosi articoli che ha pubblicato in questa campagna elettorale. Credo altresì che c'è un candidato, in particolare che non merita il voto degli iscritti IDV, ne tanto meno il posto che di Antonio di Pietrola mozione di Ignazio Messina rappresenta tutto quello di cui non abbiamo bisogno e che non possiamo permetterci. 

Per prima cosa, che senso e che dignità ha raccogliere le adesioni alla candidatura senza aver messo nero su bianco una mozione? Messina si vanta a proposito di aver costruito la mozione sulla base dei contributi che gli sono giunti dal territorio, tirando fuori il testo pochi giorni prima del termine per presentare la candidatura.  Fino ad ora i territori sono stati buoni solo quando c'era da raccogliere le firme, adesso diventano fondamentali per scrivere una mozione? 

E' assurdo presentarsi senza un'idea di partito e di politica in generale.  La mozione è un atto di trasparenza, correttezza e competenza, è la "carta di identità" del candidato e del percorso di idee dal quale proviene.  Con i territori va elaborato un programma di governo del partito e una condivisione costante delle scelte di lungo termine, che è ben altro. Un'attività di ascolto e approfondimento che parte oggi e si sviluppa, sopratutto, all'indomani del congresso.

domenica 9 giugno 2013

Una bella settimana verso il Pride: "Vorrei ma non posso" e "Sessualità in Crisi"

Via aspetto questa settimana a due importanti dibattiti che ho il piacere di organizzare insieme a molti amici. Martedì 11 giugno, ore 20:00, presso il Circolo Mario Mieli a Roma, si terrà "Vorrei ma non posso" proiezione del film e dibattito sul matrimonio egualitario, promosso nell'ambito del Romapride da circolo romano di Gaynet di cui sono portavoce. 


Mercoledì 12, ore 17.00, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia a Villa Mirafiori, in Via Carlo Fea 2, Roma,  si terrà "Sessualità in crisi", un dibattito sul tema dei diritti e della libertà di scelta, organizzato da Bioetica in Campo e Uni-On. Questo evento sarà trasmesso in streaming sul sito www.uni-on.it.

giovedì 30 maggio 2013

Quelle trans al funerale di Don Gallo: “Eppur si muovono”



Il funerale di Don Gallo è davvero qualcosa da ricordare. Qualcosa che ha rotto gli schemi, o che, a seconda dei punti di vista, ha mostrato tutta l’inconsistenza di schemi e ideologie che si sono già rotti da un pezzo.
Don Gallo era il prete partigiano, il prete degli emarginati, il prete che poneva di fronte ad ogni cosa l’aiuto verso il prossimo e l’attenzione a chi soffre, valori spesso completamente dimenticati nei fatti da Santa Romana Chiesa.
Una persona che ha suscitato la commozione di un Paese intero.

No Tav, sindacati, comunità lgbt, gente comune, istituzioni e politica. C’erano proprio tutti.
Quelle transgender presenti al funerale rappresentano però qualcosa di più, sono ancora più dirompenti del famoso “vi dichiaro marito e marito” del prete genovese. Più di gay e lesbiche, le persone transgender rappresentano la categoria oggi più emarginata in assoluto, che al tempo stesso torna comodo quando cala il sipario dell’ipocrisia istituzionale, un muro di menzogne dietro il quale si nascondo verità inconfessabili. Sono persone scomode, di cui non si deve parlare, e che quando sanno troppo finiscono persino bruciate vive, come Brenda nel caso Marrazzo.

sabato 25 maggio 2013

I TOTTI DELLA RICERCA, Lunedì 27 maggio 2013

























Il prossimo lunedì 27 marzo avrà luogo "I Totti della Ricerca", un dibattito che porrà a confronto l'eccellenza nello sport e nella ricerca. Ho il piacere di organizzare questo incontro come portavoce dell'associazione UniOn,  in collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università Sapienza di Roma. UniOn ha presentato il progetto di ricerca del Dott. Marco Bella, “organocatalisi asimmetrica”, al bando promosso dalla Chiesa Valdese, che destina i fondi dell’8 per mille alla ricerca. Dalla vittoria del finanziamento, (10.000 euro che serviranno interamente per finanziare il progetto, attinente alla sicurezza dei farmaci – clicca qui e guarda al num. 356) scaturisce l’idea di questa iniziativa.

Calciatori come Totti sono considerati tra i migliori atleti italiani al mondo, personaggi che danno lustro non solo allo sport, ma a tutto il Paese. Ci sono degli scienziati italiani che, nel proprio campo, hanno raggiunto risultati notevoli; molti di loro, tuttavia, dopo essere stati formati con denaro pubblico, hanno trovato condizioni di gran lunga migliori all’estero. Sono stati “ceduti” praticamente a “costo zero”. 

giovedì 16 maggio 2013

LEGGE ANTIOMOFOBIA SI RIPARTE, IDV DA SEMPRE PRESENTE














Oggi viene presentata alla Camera dei Deputati una proposta di legge per il contrasto all'omofobia e alla transfobia, dai deputati di SEL, Scelta Civica e PD, Zan, Tinagli e Scalfarotto. Si tratta di una battaglia storica di IDV, che nel 2010 presentava la sua proposta di legge per estendere la legge mancino ai reati di omotransfobia, una proposta sottoscritta già all'epoca da Antonio Di Pietro e dall'intero vertice del partito. Ci siamo purtroppo scontrati con le meline estenuanti delle forze conservatrici, in primis dentro il PD, che ci hanno portato a ripiegare su altre proposte, come l'introduzione dell'aggravante speciale.

L'estensione della legge mancino, che punisce i reati per odio razziale, etnico, religioso, sessuale, ai reati motivati da orientamento sessuale e identità di genere, presuppone infatti un approccio semplice e dirette, che tratta i diritti della comunità LGBT come diritti umani universali, non di una parte o categoria sociale. Parlare di aggravante ha invece, per ben due volte, nel 2009 e ne 2011, prestato il fianco all'obiezione tecnica secondo la quale un numero imponderabile di minoranze e parti sociali, per farla breve, avrebbe potuto chiedere tutele attraverso relative aggravanti. Non è un caso, infatti, che nella parte finale della scorsa legislatura il PD ha scelto di seguire la nostra linea in commissione. , riproponendo il nostro testo. 

Qui non è in gioco, infatti, una libertà di fare cose strane a casa propria, come pensano ancora alcuni soloni della TV alla Giuliano Ferrara, ma la stessa libertà di essere stessi che riguarda tutti, eterosessuali quanto omosessuali, la libertà di poter vivere la propria affettività alla luce del sole. Le persone LGBT non sono specifiche categorie come gli anziani, i disabili, i rom, perchè esistono gli omosessuali anziani, disabili e rom, ad esempio, e perchè nessuno si sognerebbe di parlare di minoranza dei "biondi" o degli "alti" Ciascun individuo rappresenta una variante dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere e non ha senso quindi parlare di diritti di parte o di una minoranza, come ormai riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale.  Per questo, quindi, parliamo di una conquista che riguarda il riconoscimento di diritti umani universali. 

L'approvazione di questa legge, così come anche il riconoscimento del matrimonio egualitario e delle adozioni, altra grande battaglia di IDV che ci ha portato ad essere il primo gruppo parlamentare a sostenere in modo compatto la proposta, saranno un banco di prova importante per questo Governo, pieno di esponenti cattolici. Staremo a vedere. 






domenica 5 maggio 2013

LA BIANCOFIORE E LA LOBBY GAY SECONDO IL GIORNALE & CO.














La stampa brancaleone di destra insorge in difesa della povera Biancofiore, sconfitta dalla potente lobby gay, più potente dei cattolici addirittura, che, tra parentesi, in questo governo hanno più ciellini che in Vaticano. La povera Michaela, tra l'altro, si consolerà con un sottosegretariato alla PA. Niente male insomma. Ed ecco che, per Libero, la Biancofiore è stata "stesa" dai gay, manco fosse un incontro di boxe. il Giornale ruba il copione a Crozza e titola "vince la lobby gay", la quale, apprendiamo è pure più potente di quella cattolica, che si era opposta alla Bonino ministro. Ci mancava solo Bertone agli esteri, infatti, e l'Italia pontificia era completa, possibilmente con Papa Francesco all'opposizione. Nel mentre appare online un articolo di Zurlo che si scaglia contro il "lato oscuro della sinistra italiana, l'Arcigay". Una potente lobby trasversale fondata su un business di saune e locali, vere macchine di perdizione e denaro...Perbacco, ne sanno anche tropo questi del Giornale! dire "autofinanziamento di un movimento" per loro è arabo, sono abituati a stare con chi soldi ne ha tanti. 

Che in Europa il termine lobby non abbia significato negativo ma neutro non lo sa quasi nessuno. Ma è troppo complicato spiegarglielo. Peccato che, in ogni caso, una lobby difenda per definizione interessi di parte, mentre il movimento LGBTIQ difende principi e valori che riguardano tutti, la libertà di espressione e la libertà del corpo. Questi valori riguardano proprio ogni cittadino, anche tutti quei tromboni di destra che di giorno sparano contro "lo stile di vita gay" e di notte come i ladri si perdono nel "lato oscuro della sinistra italiana", schiacciati da una tonnellata di ipocrisia. Infine l'argomento principe: la sinistra ha monopolizzato il movimento gay. Purtroppo il problema è un altro. 

I valori della resistenza e della carta costituzionale, sono mamma e papà del movimento LGBTIQ. E la resistenza l'hanno fatta anche i cattolici e liberali. Se poi certe cose chi le dice a destra viene guardato come un alieno non è colpa del movimento. Fatevene una ragione e smettetela di essere conservatori clericofascisti. Contro la Bonino? ma quella si che è una destra invece, libertaria e liberista sui temi economici. C'è un sindaco ex-democristiano e cattolico come Leoluca Orlando che sostiene apertamente il Pride nazionale di Palermo e il matrimonio egualitario. Persino Fini diceva che la destra italiana deve riconoscersi nell'antifascismo. Oppure, andate a lezione da Cameron in Inghilterra, così magari quando anche in Italia verrà introdotto il matrimonio egualitario non griderete alla fine del mondo fustigandovi per le strade.

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