lunedì 24 giugno 2013

COSA VORREI DALLA PROSSIMA IDV














Cosa manca davvero ad IDV? una comunicazione e una democrazia interna veramente forti ed efficaci. Non perchè mancassero gli strumenti, attenzione, ma perchè non ci si è mai curati abbastanza di condividere in modo biunivoco tra base e vertice idee e decisioni, qualcosa che imputo sopratutto alla vecchia guardia più che ad Antonio Di Pietro. Non voglio dire che per ogni decisione bisogna fare un congresso programmatico (alcuni discorsi giungono a tale paradosso) ma che 1) le decisioni più importanti e di lungo periodo sulla politica e sul programma vanno prese tramite congressi programmatici e piattaforma liquid feedback 2) le decisioni e i contenuti immediati o di carattere tecnico, ovvero le decisioni del Presidente/Segretario e le elaborazioni dei dipartimenti vanno condivise successivamente perchè divengano patrimonio della base, la quale a sua volta può e deve avanzare suggerimenti, modifiche, revisioni. 

Sul primo punto, la condivisioni delle linee politiche deve diventare un abitudine periodica. E' chiaro che ci sono scelte che vanno prese da nel giro di ore e a volte di minuti, ma ce ne sono altre, coma ad esempio la scelta dei candidati per le politiche, che possono essere prese in sede di congresso programmatico o di piattaforma liquid feedback. 
Inoltre, elemento fondamentale, le decisioni di carattere immediato dovranno venir fuori da una concertazione reale all'interno della prossima segreteria; questo vuol dire, guardando avanti, che chi sarà in quella segreteria dovrà rendere conto alla base anche delle dinamiche decisionali. 


Qualche esempio, sul secondo punto. Nel dipartimento cultura di cui faccio parte ho sviluppato e ho contribuito a sviluppare diversi contenuti, sia per una riforma dell'Università e della Scuola, sia per una politica più generale delle politiche culturali. Bene, in maniera decisamente più efficace di quanto fatto per Vasto per il famoso programma, bisogna che le iniziative nazionali vengano replicate sul territorio con le declinazioni che il territorio propone e che le iniziative territoriali divengano, quando opportuno, tematiche di rilevanza nazionale. Ci sono scelte, inoltre, come quella di scendere in piazza per il Pride, che per me (che ne sono stato promotore) sono sacrosante, ma che vanno anche spiegate sia a priori che a posteriori ai militanti e all'elettorato, attraverso campagne interne di informazione e formazione.
La stessa cosa vale per la nostra azione contro la legge Aprea sulla Scuola, un grande successo di IDV sul piano nazionale, essendo riusciti a bloccare il provvedimento in commissione durante la scorsa legislatura, ma che in alcuni casi non è diventato patrimonio dei militanti. Ciò non vuol dire ovviamente reprimere il dissenso, tutt'altro attiversi perchè nascano comprensione e dibattito interno. 

Vengo anche ad un ultima questione fondamentale. Non bisogna confondere gli strumenti di comunicazione e interazione con quelli di democrazia. Uno strumento come la community migliora la comunicazione e l'interazione, ma non è uno strumento dotato di procedure deliberative. Non è democrazia dal basso. Per quello esiste il liquid feedback, una piattaforma che consente agli iscritti di elaborare posizioni su diversi argomenti e di votarle con un metodo definito nel tempo che da vita a posizioni condivise. Un'assemblea permanente su piattaforma liquid feedback va inserita dome organo nello Statuto ed è quanto può differenziarci, in meglio, anche dagli errori di Grillo. 


Insomma, questo partito deve iniziare ad utilizzare la condivisione delle idee come cemento di stesso, perchè si tratta del vero strumento con cui riuscire a sconfiggere alla base la politica dei pacchetti di voti. Chi entra in IDV deve entrare prima di tutto in una comunità di idee definita e al tempo stesso dinamica ed è per questa volontà di definire il perimetro dei valori che ci contraddistinguono oltre che i modi per farlo crescere, che ho scelto di sostenere la mozione di Matteo Castellarin per la segreteria nazionale, una persona, tra i fondatori del partito e promotore del movimento giovanile, che ha tutte le carte in regola per rinnovare rilanciando il meglio della nostra storia. 

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